LA GRAPPA ALLA VIPERA: presentazioni del libro di Renato Scagliola

Grappa alla vipera e foglie di quercia

LA GRAPPA ALLA VIPERA

di Renato Scagliola

Giancarlo Zedde Editore

PRESENTAZIONI del libro
nei mesi di ottobre e novembre 2012

Giovedì 25 ottobre 18.00
Libreria Volare

Corso Torino 44
Pinerolo (Torino)
con Franco Contardo, cantambanco

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Giovedì 8 novembre, ore 18.30
Tucano Viaggi

Piazza Solferino 14
Torino
con Piero Bianucci, Caterina Gromis e Franco Contardo

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Sabato 10 novembre, ore 17.00
CAI di  Giaveno
(Torino)
con i Cantambanchi

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Martedì 13 novembre, ore 21.00
Sala La Dogana
Bobbio Pellice (Torino)
con i Cantambanchi

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Sabato 17 novembre, ore 17.00
Casa Delfino

Corso Nizza 2
Cuneo
con Piero Dadone, Enrico Sanna e Franco Contardo

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Domenica 18 novembre, ore 18.00
Frazione Deveys
Exilles (Torino)
con  i Cantambanchi

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Grappa alla vipera e vite vergine

Dopo le recensioni di Piero Bianucci e Bruno Quaranta, ecco le parole che
Carlo Grande ha dedicato a
LA  GRAPPA ALLA VIPERA  di Renato Scagliola
su LA STAMPA del 4 settembre 2012


Vipere, un tabù da abbattere

Tante sono miti e fuggono volentieri


Chissà come saranno contente – loro che amano i luoghi caldi e asciutti – dopo le piogge dei giorni scorsi: sono le vipere, non tutte – anzi pochissime – aggressive come si dice. Alcune, come la Aspis, hanno indole mite e fuggono volentieri; quasi tutte, come la Vipera del Corno (più comune nel Veneto) reagiscono solo se minacciate. Accade a tante persone: il guaio è che la sindrome da accerchiamento (“We’re attacked constantly” recitava una litografia di Andy Warhol) è diffusa, tanti scappano o contrattaccano senza nessuno li minacci. Però, come scrive nel suo libro Renato Scagliola, collega di giornalismo e camminatore, gran facitore di coltelli e di racconti (si intitola La grappa alla vipera, editore Giancarlo Zedde), “di morti per il morso di una vipera non se ne ricorda più nessuno”. Scagliola ricorda come veniva fatto il liquore – con il serpente non con il veleno – e le bottiglie che si vedevano nei bar fuori mano, in montagna; simboli di “virilità” sugli scaffali, metà ad uso dei bevitori metà per i “blagueur” davanti ai turisti e ai compagni di bevute…

Renato se ne sta in una cascina a Envie, guarda, pensa, parla con la gente e  si  dedica a lavori socialmente inutili. La Grappa alla vipera e gli esseri dalle pupille verticali come i gatti e la testa triangolare, i serpenti che assillano certi escursionisti estivi – torneranno tutti con il bel sole di settembre – fanno quasi tenerezza. Ben altri intrugli ci fanno bere, respirare e ascoltare.
Diceva bene Trilussa: “Appena che la vipera s’accorse/ d’esse vecchia e sdentata, cambiò vita./ S’era pentita? Forse”. Ma il veleno sparso, aggiunge, rimane. E’ la storia di chi si pente fuori tempo massimo, quando ormai non può rimediare alle carognate. Di chi, cantava De André, “dà buoni consigli, sentendosi come Gesù nel tempio”. Si fa specialmente quando non possiamo più dare cattivo esempio…

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