Il 3 marzo dello scorso anno, se avessi cercato in Wikipedia notizie su Alberto Granado, avrei trovato il luogo e la data di nascita: Córdoba, 8 agosto 1922.
Oggi un nuovo luogo, L’Avana, ed una nuova data, 5 marzo 2011, accompagnano il suo nome.
Alberto ha lasciato il mondo che tanto amava in una notte stellata di quasi primavera. E’ passato ad un’altra vita nel tepore del sonno, come inseguendo un nuovo sogno di viaggio, ma quietamente, così com’era sempre vissuto. Un passaggio naturale, nulla più di un nuovo percorso , per un uomo straordinario, simbolo di pace e di speranza.
E’ stato il miglior amico di Ernesto Che Guevara ed in seguito l’amico ideale per migliaia di persone, soprattutto per i giovani che vedevano in lui un modello etico da seguire, la guida più esperta ed affidabile per un viaggio nei territori della giustizia e della fratellanza.
Ho scelto per ricordarlo, le parole scritte dalla giornalista Laura Di Caro nel 2006 quando Alberto, papà Alberto, volle venire a riposarsi a Crescentino, tra le risaie vercellesi, dopo una lunga serie di conferenze nel sud d’Italia. Sono stati giorni memorabili per tutta la mia famiglia che dal primo istante l’ha accolto, sentito e vissuto come il protagonista di una storia condivisa. Non ebbe affatto le caratteristiche di un primo incontro formale, piuttosto quella del naturale ritorno a casa di un parente molto amato che il destino aveva portato a vivere dall’altra parte del mondo.
Laura Di Caro colse l’atmosfera di quei giorni e volle raccontarla sulle pagine di La Stampa. E’ un articolo che parla di affinità ed affetti. Dopo tanti anni, ancora gliene sono grata.
Maria Giulia Alemanno
Alberto Granado con Laura e Giovanni Alemanno a Crescentino nel settembre 2006
Incontro: GRANADO E IL VIAGGIO IN MOTOCICLETTA
A CRESCENTINO I RICORDI DEL “ CHE”
Il “piemontese argentino” Alberto Granado ospite di Maria Giulia Alemanno. Il compagno del viaggio in motocicletta di Ernesto Che Guevara ama definirsi “piemontese argentino”perché cultore della bagna cauda (ma senza il cardo perché non gli piace), un piatto conosciuto in Argentina, con gli amici di una colonia del Piemonte. Ha lo sguardo dolce ed espressivo, un uomo di 84 anni che, con semplicità, trasmette un’infinita esperienza di vita.
Granado è giunto a Crescentino, ospite di Maria Giulia Alemanno, la pittrice della Santeria cubana: “L’incontro con Alberto risale – spiega Alemanno – all’inizio del 2004, in occasione della mia prima esposizione a L’Avana, al Museo Casa de Africa, diretto da suo figlio. Un incontro, un’affinità che si è trasformata immediatamente in abbraccio, come quello tra un padre e una figlia”.
“L’affetto che mi lega a Maria Giulia è la fortuna – racconta Granado – di aver scelto una figlia, di averla potuta eleggere in questo ruolo. Ci siamo subito reciprocamente “adottati” e voluti bene. Ho voluto venire a Crescentino per conoscere la sua famiglia ed il luogo in cui è cresciuta, come lei è stata nella mia casa di Miramar.”
L’affinità tra i due è palpabile: Maria Giulia lo chiama affettuosamente “papà”. La pittrice, consacrata a Cuba come espressione dell’affascinante mondo della Santeria, grazie alle sue tele e le immagini degli Orishas dipinte su iuta, aveva pensato tante volte all’incontro a Crescentino, ed ora il sogno si è avverato.
La semplicità e la cortesia di Granado lasciano il segno: “Mi sento una persona estremamente fortunata, ringrazio la vita per avermi offerto l’opportunità di compiere il giro del Sud America in moto con il Che che mi ha dato una forza diversa: un compagno di viaggio con cui condividere sensazioni, idee, emozioni. Un viaggio che ci ha uniti in un’amicizia ancora più forte e intensa.”
Dal 1961 Alberto vive a Cuba, e dopo un lungo soggiorno a Santiago, ora la sua casa è nella zona di Miramar, a L’Avana. Porta nel cuore i ricordi di una vita, da motociclista a ricercatore biochimico a Cuba, su invito di Ernesto “Che” Guevara. Un’ altra avventura in comune, “da grandi” dopo il viaggio in America Latina che li aveva visti partire insieme nel 1951, a bordo della Poderosa, una Norton 500.
Ora è in partenza per Cuba, dopo dieci giorni trascorsi a Crescentino e giornate intense a Torino, a Venaria, e a Palazzo Bricherasio, dove è esposta la foto più famosa del Che, lo scatto di Korda. Ed ancora una visita al Laboratorio di Restauro della famiglia Nicola al Aramengo ed una al Museo Nazionale del Cinema di Torino. Però ogni sera faceva ritorno dalla “sua famiglia” piemontese insieme alla moglie Delia, al figlio, anche lui Alberto, e alla nuora Magaly, direttrice dell’Archivio Storico della Oficina del Historiador di L’ Avana.
Alberto e Delia Granado a Crescentino
“Partire – commenta salutando- è un po’ morire”. E lo fa aspettando di bere un “crodino”, perché non può più concedersi un “ron”, il liquore simbolo di Cuba: “ E’ una mia filosofia, mi piace ma se non posso, non posso.”
Laura Di Caro
in La Stampa, giovedì 14 settembre 2006
Mia cara Lella.. Leggo solo ora .. Sono certa che Alberto ti avrà portata nel cuore così come nel mio e’ rimasto questo servizio e la bella giornata trascorsa nella vostra famiglia ! Un abbraccio